Alchechengi physalis alkekengi
Famiglia delle Solanacee.
Regno: Plantae.
Sottoregno: Tracheobionta.
Divisione: Magnoliophyta.
Classe: Magnoliopsida.
Sottoclasse: Asteridae.
Ordine: Solanales.
Genere: Physalis
Sinonimi Physalisis francheti; Physalisis latifolia.
Sostanze contenute: acido eticlico caffeico, 25,27-diidro-physalin L, physalin D ed E. cuneata side.
Aspetto del fiore Alchechengi physalis alkekengi
Colore del fiore: Bianco, piccolo e a forma di campanella; tipici i calici arancioni di consistenza simile alla carta.
Tempo di fioritura: Verso la metà dell’estate. Foglie: di colore verde chiaro e di forma ovale, con una lunghezza compresa tra i 5 e gli 8 cm. Le foglie e il rizoma sono velenosi perché contengono solanina che provoca mal di testa, vomito, nausea e diarrea che compaiono entro 2-24 ore. L'unico sintomo che dura più di 24 ore è la diarrea che può manifestarsi per più giorni.
Dimensione della testa del fiore: Piccola
Altezza: Da 60 a 90 cm.
Ampiezza: Da 60 a 90 cm.
Tasso di crescita: Molto veloce.
Condizioni
Esposizione al sole: In pieno sole, in ombra parziale.
Tipo di terreno: Terreno normale, terreno sabbioso, terreno argilloso.
PH del terreno: neutro, alcalino, acido.
Livello di umidità del suolo: mediamente umido, umido.
Difficoltà nella cura: Facile da curare.
Informazioni varie alchechengio
L’alchechengio può vivere dai 3 ai 10 anni in un clima preferibilmente umido, senza alcuna difficoltà di adattamento ai diversi livelli di PH; adatto ai giardini, può sopravvivere anche nell’eventualità in cui gli inverni siano molto rigidi, anche nei luoghi dove la temperatura bassa media annuale sfiora o va molto al di sotto dei – 10°. Di solito, comunque, predilige il clima umido. Tollera molto bene anche la siccità, ma non un eccessivo alto tasso di umidità; non è adatto al clima tipico del mare e non ha resistenze contro gli attacchi degli insetti; attrae moltissimo le farfalle, per un effetto simbiotico, ma non i colibrì. In autunno i frutti non sono presenti. C’è solo una parte commestibile della pianta, rappresentata dalle bacche, che, in genere sono mature da settembre ed hanno la forma di una piccola ciliegia; il gusto ricorda molto quello del lampone. Possono essere preparate candite o ricoperte di cioccolato fondente. Dalle bacche si può ricavare un'ottima marmellata. Si possono mangiare da sole o aggiunte alle insalate. Se le bacche vengono seccate leggermente, possono essere messe sott'aceto o in salamoia. L’alchechengio contiene una grandissima quantità di vitamina C, acido citrico, tannino e zucchero. In erboristeria si usava per le malattie in cui c'era bisogno di una marcata azione diuretica.
Le parti commestibili dell'alchechengi physalis alkekengi
Le parti commestibili sono rappresentate dalle bacche, che possono essere mangiate crude o cotte. Sono molto ricche di vitamine (la quantità di vitamina C presente è il doppio di quella contenuta nei limoni), ma il gusto non è apprezzato da tutti. Qualcuno dice che sono frutti succosi, ma con un sapore amaro ed acre, mentre altri affermano che essi conferiscano un sapore delizioso alle insalate. Qualcuno dice che il loro sapore è piuttosto amaro e sgradevole. Il frutto è una bacca delle dimensioni di circa 17 millimetri di diametro. Ogni frutto è come avvolto nel suo 'sacchetto di carta' (botanicamente, il calice) che serve per proteggerlo dai parassiti e da altri fattori esterni che possono causare danni. Questo calice è tossico e non deve essere mangiato. Le foglie devono essere mangiate solo se molto giovani e cotte, ma con molta cautela. Esse sono sicuramente molto velenose se mangiate crude.
Usi e proprietà medicinali alchechengi physalis alkekengi
E’ sempre molto importante chiedere il parere di un professionista, prima di assumere qualsiasi rimedio naturale, soprattutto in casi difficilmente considerati sicuri, come, per esempio, l’alchechengio. Gli effetti in medicina sono i seguenti: antiflogistico, sedativo della tosse, lassativo, diuretico, espettorante, febbrifugo, omeopatico, emolliente. Purtroppo l’alchechengio è raramente utilizzato nella pratica moderna, quando si vogliono ottenere dei risultati antiflogistici, antipiretici, antitosse ed espettoranti. L’alchechengio è sempre stato usato nel trattamento delle vie urinarie e delle malattie della pelle. E’ consigliata una certa cautela, in quanto, una dose eccessiva della pianta si dice possa favorire l’aborto nelle donne in gravidanza. Il frutto è lassativo, diuretico e fortemente emolliente. E' altamente raccomandato nelle febbri di vario tipo e nella gotta. Il frutto viene raccolto a maturazione completa e può essere utilizzato fresco, in succo o secco. Il calice deve essere assolutamente rimosso. Le foglie e i gambi sono febbrifughi e leggermente tonici. Sono utilizzati nel trattamento del malessere che segue la malaria e nelle persone deboli o anemiche. Le foglie fresche sono sempre state utilizzate esternamente per fare impacchi rilassanti, nel trattamento delle infiammazioni della pelle. Il seme è utilizzato nel trattamento di disturbi renali e della vescica. Ha effetti diuretici ed inibisce la gotta. Poiché l’alchechengio è tossico in tutte le sue parti eccetto la bacca interna, si sconsiglia vivamente l’auto-prescrizione: è sempre necessario rivolgersi a personale esperto, soprattutto quando ci si trova davanti a foglie e frutti acerbi. Un professionista specializzato nelle terapie alternative naturali possiede le competenze utili al caso.
Usi tradizionali dell'Alchechengio
L’alchechengio è molto utilizzato nella realizzazione di profumazioni e nella fabbricazione di coloranti naturali.
Coltivazione alchechengi physalis alkekengi
L’alchechengio si coltiva molto facilmente, e dà origine ad un rizoma strisciante, che rimane interrato molto profondamente: in questo modo è permessa la propagazione e la rivegetazione conseguente alla stasi invernale. E’ molto tollerante alle temperature particolarmente rigide. Si propaga per seme.
Altre curiosità sull'Alchechengio
In Giappone, i suoi semi sono utilizzati come parte del Festival Bon come offerte per guidare le anime dei defunti. C'è anche un mercato annuale dedicato al fiore, chiamato “hōzuki-ichi “, e che si verifica ogni anno in Asakusa, intorno Senso-ji, il 9 e il 10 luglio. La sua forma a palloncino lo ha reso utilizzabile a lungo anche come un contraccettivo, nei tempi antichi, in Giappone.
Il termine "alkekengi," apparso in francese nel XIV secolo, deriva dal francese antico "alquequange" o "alcacange" che deriva dall'arabo al-kakang. In senso stretto, significa “la lanterna cinese”, poiché si tratta di piante ornamentali della specie Physalis alkekengii il cui frutto è racchiuso in una busta con un colore arancione brillante, dalla forma, appunto, simile a quella di una lanterna cinese. Tuttavia, nelle traduzioni volgari, il termine può riferirsi a qualsiasi pianta del genere Physalis.