La pianta di Betonica, o Vettonica, è utilizzata esternamente perché favorisce la cicatrizzazione delle ferite che guariscono male, che sono infettate o in suppurazione (soluzione al 10% di Tintura Madre). La polvere delle foglie è starnutatoria e in passato veniva usata al posto del tabacco.
Nome comune: Betonica, Vettonica
Francese: Bétoìne
Inglese: Betony
Famiglia: Labiaceae
Parte utilizzata:
- foglie,
- radice
Costituenti principali:
- flavonoidi
- iridoidi
- tannino
- p. amaro, colina e tracce dì olio essenziale
Attività principali:
- eccitante,
- starnutatoria;
- emeto-catartica (radice);
- vulneraria
Impiego terapeutico:
- desueto
Forme farmaceutiche e posologia
Infuso al 10%.
Polvere: 1-2 g, due-tre volte al dì.
Per uso esterno Ledere consiglia la decozione con 100 g in un litro di vino: impacchi o compresse.
Curiosità
- Betonica, dal latino vere tonica, veramente tonica, con allusione alle proprietà della pianta; secondo Plinio deriverebbe da Vettonica, per il suo impiego presso i Vettoni, abitanti dell'antica Lusitania.
- Antonio Musa, medico di Augusto, dedicò un libro alla pianta: De Vetonìca libellus, nel quale la segnalava utile in 48 malattie. Fu più discreto Apuleio Platonico che nel De viribus herbarum, le assegnava 35 indicazioni.
- Testimonianza della fama goduta dalla pianta sono alcuni proverbi e modi di dire: «Di quegli uomini che sanno tutto, che fanno tutto, che si cacciano dappertutto, e che hanno faccende con tutti si diceva: conosciuti come la Betonica; di una cosa utile a diversi usi, giovevole in molte bisogna, si faceva l'elogio col dire che aveva più virtù della Betonica; ed a mostrarne il pregio e l'importanza si consigliava: vendi la tonica e compra la Betonica».
- La Betonica rientrava in una formulazione starnutatoria: una-due prese di polvere contenente Asaro polvere 50%, Betonica polvere 37,5%, Mughetto polvere 12,5%.
Tossicità ed effetti secondari
La letteratura non segnala, ai dosaggi terapeutici, effetti secondari tossici. Cazin affermava che i raccoglitori di Betonica manifestavano stordimento e vertigini a causa dei componenti della pianta. L'ingestione della radice può provocare nausea e vomito.
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