Se vi viene diagnosticata la colite ulcerosa in forma moderata o lieve potrete tranquillamente trattare la cosa a livello ambulatoriale, ad esempio su appuntamento in un ospedale o in una clinica.
I casi più gravi invece richiedono il ricovero in ospedale, poiché nelle sue forme peggiori la colite ulcerosa può causare disidratazione, malnutrizione e una possibile fatale rottura del colon. Tutte le terapie inclusa quella che riguarda il mantenimento di uno status di soppressione della malattia, includono la presenza di farmaci che nella maggior parte dei casi possono provocare effetti collaterali più o meno gravi a seconda della reazione di ogni singola persona.
Nella peggiore delle ipotesi, nel caso in cui i farmaci e le terapia non abbiano effetto o condizionino in modo piuttosto pesante la vita della persona è necessario un intervento chirurgico chiamato colectomia: Una parte dell'intestino viene deviata dal colon in modo tale da fare filtrare una vasta quantità di scarti emessi dal corpo. Il tutto avviene attraverso un operazione chiamata ileostomia, una tecnica chirurgica che prevede l'apertura della parte addominale attraverso un incisione grazie alla quale si riesce a collegare l'intestino tenue a un sacchetto che raccoglie i materiali di scarto. Tuttavia negli ultimi anni si è sviluppata un altra tecnica grazie alla quale senza incisioni si riesce a inserire attraverso l'ano una sacca interna che raccoglie tutti i materiali in eccesso.
Ora vediamo come comportarsi nel caso della gestione attiva moderata della colite ulcerosa e come comportarsi nel caso in cui questa sia grave.
Gestione attiva della colite ulcerosa:
- Aminosalicilati: Sono farmaci che aiutano a ridurre l'infiammazione e possono essere assunti oralmente, in capsule da inserire nel retto (supposte) o attraverso un clistere (pompando liquido nel colon). A seconda della gravità della situazione possono essere presi singolarmente, oppure in combinazione, per esempio è possibile assumere il farmaco sia oralmente che attraverso un clistere. Gli effetti indesiderati del farmaco possono essere diarrea, nausea, mal di testa o eruzioni cutanee
- Steroidi: Nel caso in cui gli aminosalicilati non producano effetto allora è necessario tentare con gli steroidi, i quali agiscono in maniera simile e possono essere somministrati per via orale, topica o attraverso un clistere. L'uso prolungato degli steroidi tuttavia non è raccomandato , infatti nel momento in cui questi iniziano a rispondere al trattamento è opportuno bloccarne l'assunzione. Gli effetti collaterali per l'assunzione a breve termine possono essere, indigestione, gonfiore, disturbi del sonno e dell'umore, acne. Invece i disturbi che si possono contrarre per l'uso prolungato possono essere osteoporosi, ipertensione, diabete, aumento di peso, cataratta, glaucoma, assottigliamento della pelle, ecchimosi, debolezza muscolare. Per minimizzare i rischi dell'uso prolungato di steroidi è necessario sottoporsi a una dieta sana ed equilibrata ricca di calcio, mantenere il proprio peso forma, smettere di fumare, non bere troppo alcool e fare esercizio fisico.
- Immunosopressori: Vengono spesso utilizzati in sostituzione al trattamento con gli steroidi per ridurre gli effetti collaterali. In genere iniziano a fare effetto dopo due, tre mesi di assunzione. Il problema degli immunosopressori è che non hanno effetto solo sul colon, ma sull'intero corpo e questo può portare al rischio di infezioni, per questo è assolutamente necessario contattare il vostro medico nel caso di infezioni, febbre o nausea. Possono anche ridurre la produzione di globuli rossi e portare all'anemia. Uno degli immunosopressori più celebri è l'azatioprina. E' preferito dai medici perché rispetto agli altri produce meno effetti collaterali sulla maggior parte delle persone. Tuttavia in caso contrario i rischi sono nausea, diarrea, danni al fegato, anemia, aumento del rischio di infezioni e di ematomi. L'uso a lungo termine di questo farmaco può provocare il cancro alla pelle, per questo per minimizzare i rischi bisogna evitare di esporsi troppo alla luce solare e utilizzare protezioni adeguate. L'Azatioprina non è raccomandato per le donne incinta.
Gestione attiva della colite ulcerosa grave:
Infimax: Somministrato per via endovenosa (flebo), lavora per localizzare una proteina chiamata TNF-alpha che il sistema immunitario utilizza per stimolare l'infiammazione. La flebo applicata al braccio per circa due ore deve essere ri-somministrata dopo due settimane e in seguito dopo sei settimane. Se il trattamento dovesse prolungarsi allora l'operazione si ripete dopo otto settimane. I possibili sintomi sono, prurito della pelle, alta temperatura, eruzione cutanee, gonfiore delle mani e/o labbra, problemi di deglutizione, mal di testa. Esiste un rischio seppur minimo di sviluppare allergie e la possibilità che riattivi una tubercolosi o epatite B. su pazienti che ne hanno già sofferto.
Tutti i vostri cambiamenti fisici, come infezioni, tosse e alta temperatura corporea devono essere riferiti al medico.
Operazione chirurgica per la colite ulcerosa:
Altri metodi sperimentati dai dottori si sono basati sullo studio degli omega 3 e olio di pesce, ma hanno compreso che non sortiscono effetti, mentre sembra che i probiotici ( batteri amici), abbiano un impatto positivo sulla colite. Se assunti con immunosopressori tuttavia possono portare infezioni.
Persino i cerotti alla nicotina riducono i rischi per la colite, tuttavia per i medici sono sempre meglio i farmaci tradizionali.