Forme rare di epatite
Esistono anche forme di epatite più rare, causate da virus diversi, ovvero:
- il virus della mononucleosi infettiva
- il Cytomegalovirus
- il virus della febbre gialla
Epatite A
L'epatite A, detta anche epatite infettiva, è l'infezione a breve incubazione, infatti si manifesta in media dopo 32 giorni dall'infezione.
Come si trasmette l'epatite A
L'epatite virale A si trasmette
- per via orofecale
- per via parenterale
Sintomi epatite A
Nel caso di epatite da Virus A, il bambino è contagioso da tre settimane prima la comparsa dell'ittero, ad una settimana dopo.
I sintomi sono:
- sensazione di malessere
- febbre e brividi
- mal di testa
- sintomi di un comune raffreddore (il che fa spesso ritardare la giusta diagnosi)
- inappetenza
- nausea e vomito
- dolori addominali
- ingrossamento del fegato
- ittero (la pelle e le mucose assumono un colorito giallognolo)
- urine scure
- feci più chiare del dovuto (feci ipocoliche)
Terapia per la cura epatite A
La terapia consigliata in caso di epatite A può essere, secondo il parere del medico:
- riposo a letto
- dieta leggera
- somministrazione abbondante di liquidi
- antibiotici
- cortisonici
- trasfusioni di sangue
Periodo di convalescenza
Dopo la scomparsa dell'infezione segue una lunga convalescenza, di circa due mesi, durante la quale il bambino si sentirà ancora molto debole e si affaticherà facilmente.
Epatite B
Responsabile dell'epatite B è appunto il Virus B, che causa l'epatite da siero.
Nel siero dei bambini affetti da epatite di tipo B, come anche nei portatori cronici dell'infezione è presente un antigene detto “antigene di superficie dell'epatite B (HbsAg), prima conosciuto con il nome di antigene Australia (Ag Au).
Questo tipo di epatite, rispetto all'epatite di tipo A, ha un'incubazione più lunga, che può andare da 2 a 6 mesi dal momento del contagio.
L'esordio della malattia in caso di epatite virale, è più insidioso rispetto all'epatite virale A.
Come si trasmette l'epatite B
Essa si trasmette per via fecale e per via parenterale:
- punture con aghi infetti
- trasfusioni di sangue
- saliva o altre secrezioni infette
Sintomi epatite B
Come nell'epatite di tipo A, anche per questo tipo di infezione la malattia si manifesta, anche se in modo più attenuato e con un'insorgenza più graduale, con
- malessere generale
- inappetenza
- nausea e talvolta vomito
- febbre (non molto alta)
- colore giallognolo delle sclere (parte bianca dell'occhio)
- comparsa di ittero ( a causa della concentrazione di birubiline nel fegato)
Il bambino affetto da epatite virale B è contagioso per tutto il periodo di incubazione, in molti casi lo resta per parecchi mesi o anche anni, dopo la comparsa dei sintomi.
Epatite C
Nota con il nome di epatite virale C è una forma di epatite, di cui è responsabile il Virus HCV, scoperto nel 1989, e prima detto virus “non A-non B”.
Questo tipo di epatite, rispetto all'epatite A, può portare più spesso complicazioni o cronicizzazione della malattia, causando danni permanenti al fegato, tanto che si può arrivare a dover ricorrere al trapianto.
Come si trasmette l'epatite C
L'epatite C si può trasmettere tramite
- trasfusioni
- siringhe infette
- siringhe non ben sterilizzate
- tatuaggi (qualora gli strumenti non siano sterilizzati)
- da madri affette
Sintomi della epatite C
I sintomi di questo tipo di epatite sono molto subdoli, in quanto essendo molto simili a quelli di una comune influenza, ne rendono difficile la diagnosi. Essa infatti si manifesta con:
- stanchezza
- dolori muscolari
- nausea e vomito
- ittero solo nel 10% dei casi
Epatite anitterica (senza ittero)
Questa forma di epatite virale è più frequente nei bambini.
È una forma minore e, come l'epatite virale C, si manifesta con i sintomi della comune influenza e assolutamente senza ittero, per cui, pur essendo più frequente dell'epatite tipica (tipi A, B, C) viene difficilmente diagnosticata, a meno che non si facciano specifiche ricerche.
La diagnosi, infatti, può essere confermata dall'aumentata concentrazione nel sangue di AST e ALT.
Per tutti i casi di epatite è importante un'accurata igiene del paziente ed anche le persone che sono a contatto con il bambino affetto devono utilizzare tutte le precauzioni per evitare l'infezione.
Se una persona viene accidentalmente esposta all'infezione, è necessario ricorrere quanto prima al medico e somministrare immunoglobuline specifiche.