Nome comune: Equiseto; Coda cavallina Famiglia: EquisetaceaeLa pianta di Equiseto:
Francese: Prèle
Inglese: Horsetail
Parte utilizzata: cauliCostituenti principali equiseto:
sostanze minerali (15-20%): 5-8% acido silicico*; sali di potassio saponosidi flavonoidi; steroli acido ascorbico e acidi fenoli: acidi cinnamici, acidi dicaffeiltartrici... alcaloidi tracce.
Attività principali dell'equiseto:
diuretica-emopoietica-emostatica; ri mineralizzante; astringente, rassodante ed elasticizzante per uso esterno.
Impiego terapeutico della coda cavallina:
anemie secondarie; fratture, osteoporosi, forme reumatiche unghie e capelli deboli; durante l'accrescimento; arteriosclerosi.
Uso esterno: pelli grasse e tendenzialmente seborroiche, piaghe, emorroidi ecc. Usato nell'antichità per la sua azione diuretica ed emostatica, solo all'inizio nel nostro secolo venne valorizzato e preso in considerazione, sia dal punto di vista clinico che farmacologico, confermando così la sua triplice azione diuretica- emostatica-rimineralizzante. La pianta è assai usata in cosmetologia per la prevenzione delle rughe, dell'invecchiamento cutaneo e contro la cellulite.Curiosità sull'equiseto:
«Produce questa, quasi nel nascimento suo, un certo germoglio grosso e tenero, simile a una ghianda, il quale chiamano i nostri maremmani Sanesi Paltrufali, usati da loro nei cibi la quaresima, prima cotti lessi nell'acqua, e poi infarinati e fritti nella padella in cambio di pesce.» Così scrive P.A. Mattioli, medico senese del 1500, nel suo Erbario a proposito dell'Equiseto. Vogel (Materiae medicae, 1760) fedele agli usi e costumi nordici, consiglia il decotto in acqua o birra nei casi di emorragia. A proposito del decotto conclude affermando che «lo stesso, con aggiunta di burro insipido e miele è un rimedio popolare e casalingo, ma non per questo da disprezzare, nella nefrite calcolosa». Anche Culpeper (1616-1654) consiglia il decotto, preso nel vino, che «provoca l'orina, ed aiuta la pietra e la stranguria». Tabernaemontanus (1520-1590) nel suo New Kreuterbuch consigliava la polvere di Equiseto come rimineralizzante da mescolare nel cibo dei malati [Mereu A., Essere 3, luglio 1986]. «Anche esternamente, cotti nell'acqua o nel latte, ed impastati con miele, furono provati utili contro i dolori renali e la stranguria»
Tal volta specialmente a dosaggi elevati l'assunzione di equiseto può portare a diversi effetti collaterali: La pianta di equiseto è controindicata nelle donne in gravidanza, soggetti con disturbi renali ed anche diabete (in tutte le sue forme) ed inoltre non dovrebbe essere assunta in particolare, qualora una persona facesse uso di lassativi e farmaci diuretici.Equiseto e possibili controindicazioni ed interazioni con farmaci: