In accordo con Yogananda, il Kriya Yoga era molto ben conosciuto e profondamente radicato nell’antica India, dove aveva raggiunto una diffusione considerevole ma, con il trascorrere del tempo ed il susseguirsi degli eventi storici, la sua pratica era andata progressivamente svanendo.
Addirittura Yogananda, all’interno del suo libro, fa risalire la genesi del Kriya Yoga allo stesso Krishna, citando un passo del Bhagavad Gita in cui si può leggere come tale divinità abbia insegnato all’uomo il Kriya Yog, spiegando come “offrendo il respiro inspirato al respiro espirato ed il respiro espirato al respiro inspirato sia possibile, per il praticante del Kriya Yoga, neutralizzare entrambi questi respiri e raggiungere, di conseguenza, lo stato in cui si libera dalle emozioni la forza vitale racchiusa nel cuore, per portarla sotto il proprio controllo coscente”.
In aggiunta Yogananda, sempre a supporto della sua tesi circa la discendenza divina del Kriya Yoga, ma questa volta da Patanjali, riferisce come il “Kriya Yoga consiste di una serie di discipline corporee, di controllo mentale e di meditazione profondamente legate alla pratica dell’Aum”.
Nel libro, però, non si racconta la sola storia della nascita del Kriya Yoga agli albori del tempo, ma anche e soprattutto della sua riscoperta a partire dalla fine del diciannovesimo secolo, ad opera del Maestro Mahavatar Babaji e della sua azione di insegnamento nei confronti del suo discepolo Lahiri Mahasaya.
Il Kriya Yoga che sto riconsegnando al mondo attraverso di te in questo diciannovesimo secolo”, avrebbe detto Mahavatar Babaji al suo discepolo, secondo quanto riportato nel suo libro da Yogananda,” è un ritorno alla stessa scienza che Krishna donò millenni addietro ad Arjuna e fu successivamente conosciuta da Patanjali e molti altri discepoli”.
Nel libro, infine, si sottolinea l’esplicita volontà di Mahavatar Babaji, derivante da una sua necessità ascetica, di pianificare una tecnica spirituale in grado di fornire la salvezza al genere umano che si trova a vivere su questa terra in questo periodo.
Attraverso l’applicazione di Lahiri Mahasaya, il Kriya Yoga si è presto espanso all’interno dei confini dell’India e mediante l’operato di Swami Sri Yukteswar Giri, che fu esso stesso un discepolo diretto di Mahavatar Babaji, il Kriya Yoga è approdato negli Stati Uniti ed in Europa durante il Ventesimo secolo.
LA PRATICA DEL KRIYA YOGA
Il Kriya Yoga è pensato, in accordo con i principali aspetti della tradizione, da parte di Lahiri Mahasaya, come una disciplina che può essere tramandata esclusivamente attraverso il rapporto che si viene a creare tra Maestro e Discepolo.
In tal senso, Lahiri Mahasaya racconta di come, dopo la sua iniziazione, il suo Maestro Mahavatar Babaji, lo istruì circa una serie di antiche e rigide regole che governano la trasmissione della conoscenza del Kriya Yoga dalla figura del Maestro all’Allievo.
Nel libro di Yogananda, inoltre, si può leggere di come “il Kriya Yoga insegna a dirigere mentalmente l’energia vitale affinché possa ruotare dal basso all’alto e dall’alto al basso attorno ai sei centri spinali che mettono in comunicazione l’essere umano con il cosmo”.
A cura di:
FRANCESCO FLORIS
Mestro di Kung fu Wushu