Ogni 3 ore si raccolgono le urine, di cui si misura la quantità ed il peso specifico per almeno tre volte, e la sete non si fa insopportabili per 4 volte.
In condizioni normali la diuresi si concentra nettamente (15-20 ml per campione) e la densità dell'urine si eleva oltre 1030 e talora oltre i 1040.
In condizioni patologiche: la densità non sale oltre 1015-1026 (ipostenuria) mentre la quantità delle urine tende spesso a farsi relativamente alta per poliura compensatoria.
Quanto più la densità è bassa, tanto maggiore è la menomazione funzionale dei reni.
Quando la densità resta intorno a 1015 oppure ad un valore inferiore si parla di isostenuria, condizione in cui il rene è incapace di concentrare l'urina fino ad un peso specfico superiore a quello del plasma deproteinizzata.
Numerose condizioni extrarenali influenzano la prova.
A questo riguardo sono importanti alcune epatopatie ed alcuni disordini ormonali (della tiroide, delle ghiandole surrenali, dell'ipofisi), ma soprattutto l'esistenza di edemi e versamenti e di uno stato di disidratazione.
Tutte queste condizioni controindicano la prova e ne falsano il risultato così la diarrea, il vomito e l'eccessiva sudorazione.
Con la prova della diluizione si osserva come il rene reagisce all'apporto di un carico idrico eliminando rapidamente e totalmente l'acqua somministrata.
Tecnica di esecuzione: al soggetto a digiuno dopo aver fatto vuotare la vescica, si somministrano 1.000cc di acqua entro 15 minuti.
Nelle 3 ore successive ogni 30 minuti si raccolgono separatamente le urine emesse e se ne determina la quantità ed il peso specifico.
Il soggetto normale elima nel tempo suddetto almeno 800ml di acqua (del litro suggerito) e le frazioni più abbondanti si hanno nelle prime 2 ore.
Il peso specifico si abbassa in modo netto (1005-1002) nelle prime frazioni per salire nelle ultime.
Prove svolte per verificare la funzionalità renale...
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