I tipi di Sarcoma osseo
Osteosarcoma
È il tumore alle ossa più diffuso e che colpisce i bambini e giovani nella fascia di età che va dai 20 ai 50 anni e che si sviluppa prevalentemente nel femore e nella tibia.
Sarcoma di Ewing
Colpisce la fascia di età che va dai 10 ai 20 anni ed interessa la zona del bacino, femore oppure della tibia.
Condrosarcoma
Questo tipo di cancro colpisce la fascia di età che va dai 40 ai 50 anni.
Si sviluppa inizialmente nelle cellule cartilaginee che ricoprono le ossa, per poi diffondersi alle ossa stesse.
Le parti del corpo che possono sviluppare questo tipo di sarcoma sono:
- bacino,
- femore;
- omero;
- scapola;
- costola.
Sarcoma delle cellule dell'albertino
I sintomi sono molto simili all'osteosarcoma che colpisce la fascia di età superiore ai 40 anni e va a colpire le cellule dell'albertino.
Forme rare di cancro alle ossa
- Cordoma, che colpisce inizialmente la base della colonna vertebrale e colpisce uomini tra i 40 ed i 50 anni;
- angiosarcoma che invece può colpire contemporaneamente diverse parti dello scheletro e la fascia di età interessata è dai 20 anni in su.
Si sopravvive?
La cosa fondamentale da stabilire in questi casi è se ci sono metastasi diffuse nel corpo, che nel caso dei tumori delle ossa interessano i polmoni.
In questo caso le possibilità di sopravvivenza non sono tante.
Se il cancro è diffuso solo alle ossa e le cartilagini non sono interessate, le possibilità di guarigione esistono.
Gli oncologi hanno redatto una sorta di elenco con i tempi di sopravvivenza, che ovviamente non va considerato come una Bibbia.
Si tratta semplicemente di studi e statistiche in base ai casi trattati.
Ogni malato reagisce diversamente da un altro.
Tasso di sopravvivenza
Nei casi in cui è stato diagnosticato un cancro alle ossa:
- tasso di sopravvivenza di cinque anni dal 55 al 70% per chi è stato colpito da osteosarcoma;
- tasso di sopravvivenza di cinque anni di circa il 70% delle persone dopo la diagnosi da sarcoma diEdwing;
- tasso di sopravvivenza di cinque anni di circa l'80% delle persone dopo la diagnosi di condrosarcoma;
- tasso di sopravvivenza di cinque anni di circa il 60% delle persone dopo la diagnosi di sarcoma di cellule dell'alberino.
Queste percentuali si riferiscono ovviamente ai casi in cui il tumore non sia esteso ad altre parti del corpo.
Nel caso in cui si è in presenza di cellule metastatiche, allora si parla di cancro osseo metastatico.
Sintomi principali di tumore alle ossa:
Una delle prime avvisaglie che possono far pensare ad un cancro osseo è il dolore alle ossa. Il primo sintomo è di un leggero dolore che poi aumenta fino a diventare persistente ed a peggiorare durante la notte. Col sarcoma di Ewing il dolore aumenta esponenzialmente al tempo. Questo dolore spesso viene associato a dolore artritico oppure ai momenti di crescita nei bambini. In presenza di cancro alle ossa diagnosticato, si può avere un gonfiore evidente intorno alla parte dell'osso interessato.
Sintomi meno evidenti del cancro alle ossa sono:
- febbre alta;
- calo ponderale del peso;
- eccessiva sudorazione.
Se il dolore persiste per più di tre giorni è meglio rivolgersi quanto prima al proprio medico di famiglia.
Come si sviluppa il tumore?
Il tumore altro non è che una modifica del DNA. Quando si è in presenza di un'alterazione del codice genetico, le cellule iniziano a crescere in modo elevato ed è lì che si assiste alla formazione del cancro. Il sistema attraverso il quale il cancro si espande in tutto il corpo è il sistema linfatico. Quest'ultimo è formato da ghiandole distribuite su tutto il corpo, il cui compito è di creare le cellule del sistema immunitario.
Per quanto questo sistema immunitario funzioni, spesso capita che delle cellule malate sfuggano al controllo del sistema immunitario, passino nel sangue e da lì in tutto il corpo e soprattutto nei polmoni.
Cause che possono determinare formazione di cancro alle ossa:
Forte esposizione a radiazioni.
Aver contratto il morbo di Paget, che è una patologia che indebolisce le ossa, può essere un fattore che può determinare la formazione di tumore alle ossa, soprattutto avanti negli anni.
Avere una patologia genetica conosciuta come sindrome di Li-Fraumeni.
Avere casi di retinoblastoma in famiglia, che è un cancro infantile che colpisce gli occhi.
Da studi fatti, si è appurato che i bambini che nascono con un'ernia ombelicale, hanno elevatissime probabilità di contrarre il sarcome di Ewing. Altri studiosi hanno constatato che il rischio di nascere con osteosarcoma è alto, se i genitori che hanno concepito il figlio, lavoravano a contatto con pesticidi. Questa teoria però non ha avuto una grande eco.
Come viene diagnosticato il tumore alle ossa?
La prima cosa da fare è rivolgersi al proprio medico curante, che invierà il paziente presso una struttura dove fare esami del sangue in primis e poi inviarli all'ortopedico. Il passo successivo è quello di far eseguire una radiografia mirata. Se sia con gli esami del sangue, sia con i raggi X non si ha una diagnosi certa, si fa riferimento alla risonanza magnetica.
Risonanza magnetica
È un tipo si esame molto approfondito che va ad analizzare l'osso al suo interno, soprattutto se eseguita con la scansione.
La risonanza è un esame non invasivo. Viene posizionato un dispositivo che riceve le informazioni sotto la parte da analizzare ed il paziente viene posizionato dentro una sorta di tubo. Di solito questo esame può creare dei problemi soprattutto per chi soffre di claustrofobia. Chi ha questo problema lo deve comunicare al tecnico che la esegue. Al paziente viene somministrato un leggero farmaco tranquillante e vengono messi a proprio agio anche con della musica.
Tac
Questo esame utilizza i raggi X che opportunamente trattati, danno un'immagine tridimensionale della parte che interessa analizzare.
Scintigrafia ossea
È un esame che risulta essere più invasivo in quanto viene iniettato della sostanza radioattiva in vena, sostanza che andrà ad evidenziare la parte anomala e quindi trattarla.
Biopsia
È un esame che consiste nel prelevare un pezzetto di tessuto malato e farlo analizzare. Questo consente di stabilire esattamente di che tumore si deve fronteggiare ed il relativo stadio.
Ci sono due metodologie utilizzate per eseguire questo esame:
- biopsia di base: eseguita in anestesia locale e viene inserito un ago nella parte interessata;
- biopsia aperta: eseguita in anestesia generale dal chirurgo che preleverà un pezzetto di osso da analizzare.
Una volta che è stata fatta la diagnosi, sarà necessario rivolgersi ad un team specializzato che darà al paziente tutte le informazioni necessarie per affrontare il lungo iter verso la guarigione.
Protocolli internazionali utilizzati per la cura dei tumori.
Inizialmente si inizia con cicli di chemioterapia alla quale possono seguire dei cicli di radioterapia. Quest'ultima cura non viene applicata per l'osteosarcoma in quanto il suo utilizzo non ha sortito effetti positivi per questa patologia. Dopo aver eseguito dei cicli di chemioterapia e/o radioterapia si può arrivare ad eliminare chirurgicamente l'ultima parte ammalata.
Nella maggior parte dei casi si tende a seguire la chirurgia conservativa, a mantenere integro o quasi l'organo o l'arto interessato. Nei casi più gravi si può arrivare anche all'amputazione dell'arto.
La chirurgia conservativa viene utilizzata se le parti interessate sono:
- braccio;
- gamba;
- bacino;
- anca.
In questi casi viene asportata la parte di osso malato ed inserita una protesi al suo posto. In altri casi si arriva anche a prelevare un pezzetto di osso sano dello stesso paziente ed applicarlo nella parte dove è intervenuto il chirurgo: in questi casi si parla di innesto osseo. In rari casi si verificano infezioni post operatorie: in queste circostanze bisogna intervenire di nuovo chirurgicamente. Nei casi più gravi, quando non si riesce a contenere l'infezione, si dovrà ricorrere all'amputazione.
Amputazione
Questo intervento è richiesto quando il tumore è in uno stato avanzato:
- oltre ad aver colpito l'osso è presente nel sistema circolatorio;
- se è presente in altre parti del corpo;
- se si manifesta infezione dopo intervento chirurgico conservativo;
- se il tumore è presente in una parte del corpo dove la chirurgia conservativa non si può utilizzare come nel caso della caviglia.
Questo tipo di intervento è ovviamente causa di timori e veri e propri shock, soprattutto se si tratta di bambini.
La chirurgia e le innovazioni tecnologiche in materia, consentono di far vivere le persone che hanno arti artificiali una vita normale a tutti gli effetti.
Si possono fare quasi tutti gli sport e spesso accade che chi è portatore di arto artificiale abbia meno problemi di adattamento alla nuova situazione, rispetto a chi ha subito un intervento di chirurgia conservativa.
Rivolgersi presso centri altamente specializzati è il primo passo da fare per chi deve affrontare una nuova vita. Anche la fisioterapia e psicoterapia mirata danno risultati ottimali.
Chemioterapia
È la cura utilizzata per combattere i tumori. Il suo ricorso è diviso in quattro stadi:
- farla prima dell'intervento chirurgico per far ridurre il cancro e cercare di conservare l'arto;
- prima di ogni intervento chirurgico per uccidere il numero più elevato di cellule tumorali;
- usata insieme alla radioterapia per contrastare il sarcoma di Ewing;
- dopo intervento chirurgico;
- per limitare x quanto possibile l'avanzare del cancro.
Il numero di cicli dipende dallo stadio della malattia:
Le applicazioni vengono fatte a distanza di circa 2 settimane l'una dall'altra per consentire al fisico di riprendersi.
La chemioterapia purtroppo causa degli effetti collaterali:
- nausea;
- conati di vomito;
- diarrea;
- ulcere nella bocca;
- sterilità;
- perdita dei capelli.
Tutti questi effetti vengono meno dopo qualche tempo aver cessato la terapia. Uno degli effetti collaterali irreversibili è la sterilità: Tanti pazienti preferiscono conservare in appositi centri il proprio seme oppure ovulo per utilizzarlo in seguito. Un altro effetto collaterale è il forte indebolimento del sistema immunitario. Un leggero raffreddore può portare anche ad una bronco polmonite: si raccomanda di prestare la massima attenzione alle correnti d'aria ed ai forti sbalzi di temperatura.
Radioterapia
È il sistema per eliminare le cellule tumorali che utilizza impulsi di radiazioni. Come la chemioterapia anche la radio viene usata prima degli interventi chirurgici oppure per limitare la diffusione del tumore quando l'intervento non è fattibile.
Viene fatta circa 5 volte a settimana e la durata di ogni applicazione è di circa 15 minuti.
Anche per la radioterapia ci sono effetti collaterali:
- nausea;
- perdita di peli nella zona trattata;
- spossatezza.
Effetti che verranno meno sospendendo la cura.
Dolore arto fantasma:
Nella maggior parte dei casi di amputazione di arti, accade che le persone avvertano ancora la presenza dell'arto ormai amputato. Per eliminare questo dolore di fa ricorso a diversi farmaci come ad esempio antidolorifici, antidepressivi ed addirittura c'è chi fa ricorso all'ipnosi.