È evidente come la gravidanza porti ad una alterazione delle pressioni a carico della cavità addominale e come questa situazione porti di conseguenza a delle reazioni di compenso su tutte le strutture muscolari, legamentari e viscerali contenute in questa cavità.
È importante ricordare che una buona dinamica vertebrale è figlia indiscussa di un armonia presso ria intra-addominale, ovvero gli addominali devono poter offrire un giusto supporto ai visceri addominali al fine di non far gravare la pressione di questi ultimi solo ed esclusivamente sulle strutture vertebrali posteriori.
Se questo effetto "bilancia" viene meno, come nel caso delle donne in gravidanza, è facile immaginare che il peso di questi organi e del feto incrementi la pressione a carico dei dischi intervertebrali della regione lombare e che questi a loro volta subiscano un effetto migratorio verso la regione posteriore dello spazio intervertebrale con conseguente pinzamento delle radici nervose del tratto lombare coinvolto .
Benché la sciatica di origine esclusivamente discale esista, è comunque più comune che questo disturbo derivi da problemi viscerali, in particolare facendo riferimento al discorso pressorio decritto in precedenza, possiamo immaginare come questo aumento di pressione nella gravidanza possa portare ad delle ptosi viscerali a carico di diversi organi.
Per ciò che riguarda il fegato, è importante distinguere fra le sciatiche che riguardano la parte sinistra e quelle che colpiscono la parte destra .
Con la sciatica di sinistra si sviluppa un alterazione venosa collaterale come risultato dell’ipertensione portale, questo provoca una dilatazione delle vene emorroidarie con conseguente infiammazione e congestione della regione sacrale e a livello recto-sigmoideo.
In caso di sciatica destra, la partecipazione epatica può risultare da un disturbo delle fasce epatiche, del rene destro, del colon ascendente, dello psoas o degli arti inferiori .
Altra casistica è quella della ptosi renale, il rene sotto varie influenze meccaniche, inizia una leggera migrazione verso il basso; nel corso di questo processo irrita il dodicesimo nervo intercostale, l’emidiaframma al disopra del rene è in spasmo ed è meno mobile (primo grado) .
La migrazione continua seguendo il "binario" del muscolo psoas e questo può provocare un irritazione dei nervi : genito crurale, femoro cutaneolaterale, ilio inguinale e ilio ipogastrico, la persona lamenta ipersensibilità cutanea o dolore alla parte bassa dell’addome che può irradiarsi alle grandi labbra, l’anca omolaterale o anche la parte laterale della coscia. (secondo grado)
Infine il rene può arrivare a perdere la sua contiguità con il fegato o il diaframma; il rene sarà dunque “lussato”, inizia ad irritare il nervo crurale e si percepirà un ipersensibilità nella coscia omolaterale accompagnata da dolore provocato dall’infiammazione della capsula del ginocchio (terzo grado) .
Il dolore capsulare aumenta flettendo l’articolazione provocando a sua volta dolori articolari che si manifestano alla caviglia e al piede di natura meccanica, anche se sono di origine viscerale, le articolazioni dei piedi compensano lo squilibrio meccanico e la persona può subire ripetute distorsioni.
Insomma i casi di sciatalgia e lombalgie in genere nascondono spesso una moltitudine di disfunzioni, le quali apparentemente non sembrano collegate al punto in cui si manifesta il dolore.
A cura di:
Roberto Folleri
Dott. in Scienze Motorie
Osteopatia e Personal Trainer
Cagliari