L'estratto di Timo è impiegato nella medicina tradizionale per uso interno nel trattamento orale della tosse, della bronchite acuta e cronica, della pertosse, della dispepsia e di altri disturbi gastrointestinali, mentre per uso esterno come collutorio per la sua azione antibatterica, nei gargarismi per trattare laringiti, come antiacneico, come rinfrescante e tonificante nelle stomatiti, nel trattamento topico di piccole ferite.
È utilizzato soprattutto come antisettico e spasmolitico, ma trova impiego anche come antielmintico, nei casi di parassitosi intestinali provocate da ascaridi, ossiuri, tenia, nelle infezioni urinarie, nei casi di astenia psico-fisica e di impotenza o frigidità.
La pianta presenta proprietà antitussive, espettoranti, antiossidanti, antimicrobiche e spasmolitiche.
Le proprietà espettoranti e secretomotorie dell'estratto sono attribuite principalmente alla presenza delle saponine, mentre quelle spasmolitiche sono riconducibili al timololo ed ai flavoni.
Recentemente è stato evidenziato da uno studio un notevole effetto antimicotico del timolo, anche nei confronti della Candida e si ipotizza che questa sostanza sia in grado di potenziare l'azione dell'amfotericina B, suggerendo un suo uso in associazione agli antimicotici tradizionali per trattare le mucose.
Studi recenti hanno osservato una sua azione antivirale nei confronti dell'Herpes simplex ed una riduzione nella formazione delle vesciche, suggerendo una sua applicazione nel trattamento topico di questo virus.
Il suo impiego alimentare è dovuto non solo alle proprietà aromatiche, ma anche a quelle antisettiche, che facilitano la conservazione dei cibi.