Sulle zone di Head vi sono moltissimi punti che determinano un'entrata o un'uscita di energia nel corpo.
Se il flusso energetico viene disturbato o interrotto per effetto di malattie o focolai d'infezione, il valore di resistenza cutanea nei punti riflessi varia.
Con una particolare penna elettronica, collegata a uno specifico strumento dotato di una scala e un indicatore, viene misurato il valore di resistenza cutanea.
Questo viene confrontato con i valori standard che indicano buona salute: il risultato indicherà la situazione dell'organo corrispondente.
Nel vega-test il paziente tiene nella mano un elettrodo negativo, inattivo, mentre il medico testa con una penna elettronica parti della mano libera.
Il trattamento non provoca disturbi: in rari casi nell'area indagata si è presentato un rossore, che è scomparso in breve tempo.
La diagnosi si basa sulla corrispondenza di determinate aree cutanee con gli organi interni. Con l'aiuto di un elettrodo positivo (come una penna) il medico misura il valore di resistenza cutanea in un punto preciso (punto riflesso).
Se i valori rilevati sono diversi da quelli standard fìssati e che identificano la buona salute dell'organo corrispondente, il terapeuta può diagnosticare, attraverso un foro esame, disturbi o malattie a carico dell'organo stesso.
Il vega-test è indicato per diagnosticare i focolai d'infezione presenti e spesso insospettati. Esso non è uno strumento di cura, ma aiuta a definire uno stato di salute o diagnosticare una malattia, anche se ancora non evidente.
Nella definizione medica un focolaio è una regione dell'organismo modificata, in grado discatenare malattie anche in altre parti del corpo o di impedirne una completa guarigione.
Spesso si tratta di infiammazioni croniche, di cui il corpo stesso riesce a evitare la diffusione, ma che provocano un continuo stress e un indebolimento generale del sistema immunitario.
I focolai possono essere ovunque, ma nella maggior parte dei cosisi tratta di infezioni ai denti e ai condotti nasali laterali.
Nell'addome sono spesso localizzati nell'appendice, nella bile o nell'intestino; possono essere attivi in vecchie cicatrici, in fratture ossee saldate male o in tossine depositate nel corpo (per esempio il mercurio).