Apipuntura la terapia e le proprietà del veleno d'api
Si tratta di una terapia molto antica e la storia ci testimonia che personaggi famosi, come Carlo Magno e Ivan il Terribile, si affidarono a questo espediente per trovare sollievo, ad esempio, alla gotta.
Il veleno d’ape
Si presenta con l’aspetto di un liquido incolore, al gusto è amarognolo, acidulo. Una goccia di veleno pesa circa 0,3 grammi ed è composta da acqua, acido formico, acido cloridrico, acido fosforico, melittina e acido amminico, la cui degradazione enzimatica produce l’istamina, responsabile della sua tossicità per l’organismo. Si tratta di una tossicità diversa rispetto a quella del veleno di vipere e serpenti, che provoca un’azione coagulante del sangue, il veleno d’ape è emorragico, quindi ha un effetto contrario, inoltre tra i suoi componenti vi sono elementi che provocano una benefica azione sul sistema nervoso, stimolando nel contempo il cuore e le ghiandole surrenali.
Veleno d’ape apitoxina
Il veleno d’ape, noto anche con il nome di apitoxina,è prodotto dall’apparato velenifero, composto da due ghiandole, la ghiandola alcalina, che secerne un liquido alcalino e la ghiandola acida che è collegata ad una piccola sacca chiamata borsetta velenifera. L’ape punge con il pungiglione, detto anche dardo, situato all’estremità dell’addome, e costituito da una guaina elastica affilata, che contiene due stiletti dotati di acuti uncini alla loro estremità. Con la puntura, che l’ape usa come estrema difesa della famiglia, l’insieme del pungiglione rimane attaccato alla pelle tramite gli uncini e l’ape morirà, perché lo strappo del pungiglione dal suo addome comporta una irrimediabile lacerazione interna. (Piccola parentesi: all’ape non lo ha mai spiegato nessuno, eppure essa è consapevole del fatto che la puntura è l’arma estrema e se sarà costretta a pungere poco dopo morirà. Per questo motivo l’ape non è esattamente propensa a pungere, ne va della sua vita, e lo farà soltanto se necessario, sacrificandosi generosamente per la difesa della comunità. In altre parole attaccare e pungere non è in cima alla lista delle sue prerogative, e questo l’apicoltore lo ha imparato con l’esperienza, pertanto il suo modo di operaree muoversi quando visita un alveare saràtranquillo, rilassato, senza movimenti bruschi, e se un’ape sentinella si appresta minacciosa davanti agli occhi (lo si riconosce subito dal modo di volare e dal caratteristico suono, molto aggressivo e pugnace) è sufficiente fermarsi un attimo e subito si calmerà. Questa consapevolezza da parte dell’apicoltore gli consentirà di visitare le famiglie senza bardarsi di tutto punto con tuta, guanti, maschera e quant’altro, strumenti non piacevoli da indossare con il caldo, che ostacolano il lavoro al punto da preferire il rischio di ricevere qualche puntura. Inoltre, senza bardature protettive si avrà una migliore visibilità e il lavoro sarà meno stressante, le api stesse gradiranno) N.d.A.
Proprietà antidolorifiche e contro i reumatismi, del veleno delle api
Vi sono almeno 18 componenti attivi con proprietà farmaceutiche nel veleno d’ape. E’ ricco di enzimi, peptidi e amina biogena. Non è ancora del tutto chiarito il meccanismo della sua azione sull’organismo, ma gli scienziati ritengono che sia in grado di modificare le funzioni del sistema immunitario e di contribuire, grazie all’apamina che agisce sulle ghiandole surrenali, all’attivazione della produzione di cortisolo, un formidabile anti infiammatorio.
Come funziona
Le punture di ape hanno effetti diversi da persona a persona, ma generalmente provocano un edema attorno alla puntura, con sensazione di dolore e un evidente gonfiore. La prima cosa da fare è togliere il pungiglione che è rimasto incastrato sulla pelle, perché nello strappo si è tirato dietro delle terminazioni nervose che lo fanno agire anche dopo che è staccato dall’addome dell’ape. Viene consigliato anche di disinfettare con olio essenziale di lavanda, ma non è obbligatorio, anche perché non dovrebbe trattarsi di un prodotto in vendita dietro l’angolo. Può capitare piuttosto che la puntura d’ape provochi una manifestazione allergica, e in casi rari le conseguenze potrebbero rivelarsi serie, con gonfiore delle mucose, difficoltà respiratorie, edema polmonare ed emolisi. Si tratta dello choc anafilattico, una reazione molto grave che va subito affrontata con la somministrazione di antistaminico. Per fortuna si tratta di casi sporadici, ma da non sottovalutare perché possono concludersi tragicamente, e la casistica non riguarda soltanto le api domestiche, ma gli insetti che pungono in generale, come vespe calabroni e bombi.
Gli apicoltori che con le api convivono, sono immunizzati contro le punture, perché il loro organismo è addestrato a reagire e il loro sangue produce gli anticorpi che minimizzano l’effetto del veleno. Del resto, non è propriamente una leggenda metropolitana quella che vuole gli apicoltori esenti da dolori reumatici, grazie alle punture ricevute durante lo svolgimento della loro attività.
L'apipuntura in europa
La terapia dell’apipuntura è tradizionalmente praticata in molti paesi dell’Est Europa, in particolare Romania e Russia da dove provengono i risultati di numerosi studi e ricerche effettuati a partire dai primi anni del secolo scorso. Il metodo di cura è molto semplice: si comincia con il primo giorno provocando la puntura di un’ape sulla pelle, due punture il secondo giorno, tre il terzo, e così via fino al decimo giorno. Si interrompe una settimana e poi si riprende con tre punture al giorno per i dieci giorni successivi. Ulteriore interruzione di una settimana e poi ancora un periodo di dieci giorni con tre punture al giorno… Un po’ impegnativo e non molto pratico, anche se recentemente sono state proposte altre modalità, forse in base a più recenti esperienze, variando gli intervalli ed il numero delle punture. In alternativa si possono usare prodotti a base di veleno d’ape fabbricati vari paesi, ad esempio in Russia, Germania, Francia. Si tratta di prodotti che vengono presentati per la vendita al pubblico in confezioni di fiale, che si devono inoculare tramite iniezione intramuscolare o sottocutanea sulla parte dolorante.
Il veleno delle api può essere considerato un ottimo rimedio naturale contro reumatismi, artrite, sciatica, poliartrite, nevrite, nevralgia,gotta, tendinite:
L’apipuntura dà sollievo ai sofferenti di reumatismi, artrite, sciatica, poliartrite, nevrite, nevralgia,gotta, tendinite. Ma le ricerche non sono concluse: si scoprono sempre nuove proprietà del veleno d’ape, e nuove applicazioni per la cura di malattie molto attuali, come l’Alzheimer, ad esempio. Sarà argomento per un prossimo futuro.