Come se ciò non bastasse, il mercato agricolo moderno prevede un massiccio sfruttamento del terreno, senza dargli il tempo necessario per rigenerarsi, nonché un impiego, a volte sconsiderato, di fertilizzanti e pesticidi che, rispettivamente, impoveriscono la terra e compromettono la salubrità dei frutti.
Tutto ciò fa si che il terreno e le coltivazioni perdano tutte le vitamine ed i minerali, a favore della concentrazione di pesticidi e fertilizzanti.
La quantità assunta di questi nutrienti potrebbe perciò essere insufficiente, a meno che non ci si nutra con alimenti provenienti da coltivazioni biologiche o dal proprio orto.
E’ dunque buona abitudine assumere vitamine e minerali facendo uso di integratori.
L'assunzione di vitamine deve essere costante nel tempo, ma non deve portare ad uno stato di ipervitaminosi.
Il fabbisogno vitaminico giornaliero varia a seconda dello stato fisiologico e/o patologico dell'individuo.
Età e sesso, ma anche gravidanza ed allattamento ne determinano la dose da assumere.
Le carenze di vitamine e le malattie ad esse associate, come rachitismo, pellagra e beriberi sono un grande problema nei paesi sottosviluppati che trova le cause nella malnutrizione e nelle privazioni alimentari che possono sussistere, a causa di credenze popolari, presso alcune tribù.
Alcuni farmaci possono interferire con l'assorbimento o l'attività di qualche vitamina.
Le vitamine possono dividersi in idrosolubili (eliminate con le urine, quindi difficilmente accumulabili) e liposolubili (immagazzinabili nel tessuto adiposo, con il pericolo di trattenerne in eccesso ed avere fenomeni di tossicità).
In base ai possibili effetti collaterali delle vitamine liposolubili si spiega il motivo per cui si sconsiglia di assumere dosaggi vitaminici elevati.
Si è visto che l'integrazione di vitamine in quantità maggiore di dieci volte rispetto ai fabbisogni consigliati può produrre effetti farmacologici negativi.
E’ di notevole importanza sottolineare che la vitamina A ed suoi derivati metabolici hanno l'importante funzione di controllare l'espressione dei geni.
Quindi i danni indiretti che assunzioni sconsiderate possono arrecare sono gravi poiché trasmissibili anche alla prole.